di Megan Guthman (DRBicuspid.com)
In una professione alimentata dal
passaparola, l’immagine pubblica è fondamentale. Una querela per malpractice
può rovinare la reputazione di un dentista, oltre a costituire un fardello
finanziario a causa delle spese giudiziarie che sottraggono denaro agli
investimenti destinati ad aumentare la produttività. Secondo Medical
Protective, la prima compagnia assicurativa negli Stati Uniti ad offrire
polizze contro le cause per malpractice, nonché sponsor dell’American Student
Dental Association (ASDA), i dentisti vengono solitamente chiamati in giudizio una volta durante la propria carriera. Il
risarcimento medio pagato all’attore in una pratica legale per una cura
odontoiatrica sbagliata è di 65.000 dollari.
Tutti i contenziosi hanno in comune: la violazione degli standards
di cura. I dentisti sono tenuti al rispetto degli standards stabiliti
dall’American Dental Association e dei Principi etici del Codice deontologico
professionale: da loro ci si aspetta “che posseggano non solo conoscenza,
abilità e competenza tecnica, ma anche quelle caratteristiche caratteriali che
facilitano il rispetto dell’ etica professionale”. Secondo il codice, “le
qualità di onestà, compassione, gentilezza, integrità, correttezza e carità
sono parte dell’educazione etica di un dentista e contribuiscono a definire il
vero professionista”. Nell’odontoiatria, gli standards di cura variano tra da
Stato a Stato dell’ Unione e non sono
fissati in un documento scritto o in un insieme di regole, così vengono spesso
definiti nelle aule dei tribunali dalle testimonianze dei periti.
ESTRAZIONI
Secondo Medical Protective, tra
il 2003 e il 2012, il 20% circa dei casi di
malpractice riguardavano l’estrazione
di denti, con un risarcimento medio di 48.600
dollari. Le estrazioni possono comportare molte complicanze, tra cui danni al
nervo, osteonecrosi e fratture della mascella o della mandibola. Se lo standard
di cura viene violato, la firma dei moduli per il consenso informato non
protegge il dentista da una querela per malpractice.
Il rapporto sui trattamenti
errati, pubblicato da Medical Protective nel settembre 2012, evidenzia un caso
di danneggiamento del nervo causato da un’estrazione. Una radiografia preoperatoria
non mostrava l’intero apice del dente 32, che aveva una radice inaspettatamente
bulbosa. Il dentista procedette all’operazione, aspettandosi un’estrazione di
routine, ma quando si trovò in difficoltà un’altra radiografia rivelò il
singolare apice della radice. Dopo aver sezionato il dente, la procedura venne
condotta a termine senza ulteriori complicanze. Ma due settimane più tardi il
paziente accusava un persistente intorpidimento derivante dall’intervento e il
perito riscontrò un danno al nervo linguale e la causa venne aperta contro il
primo dentista.
In questo caso una radiografia
inadeguata ha portato a conseguenze durevoli sia per il dentista che per il
paziente. La vicenda è dimostrativa dell’importanza della diagnosi e della
pianificazione per evitare le complicanze.
ENDODONZIA
I trattamenti endodontici
costituiscono il 12% dei casi di malpractice tra il 2003 ed il 2012 e, secondo Medical
Protective, la media dei risarcimenti è
stata di 30.000 dollari.
Nel febbraio 2013 MP trattava
di un caso occorso ad un paziente
ventenne e ad un dentista con due anni di esperienza. Il paziente lamentava un
dolore ad uno dei primi molari mandibolari ed il dentista diagnosticò una
patologia periapicale prescrivendo una terapia canalare. Usando una diga di
gomma come isolante l’odontoiatra diede inizio al procedimento, durante il
quale le misure operative vennero accertate mediante quattro radiografie
periapicali. Otturare i canali fu facile, perciò il dentista decise di evitare
una radiografia postoperatoria. Tuttavia il paziente ritornò due giorni dopo
accusando un persistente intorpidimento ed una nuova radiografia svelò che il
materiale da otturazione endodontica si
era infiltrato nel canale mandibolare. Dopo sei mesi senza miglioramenti un intervento
di microchirurgia valse a rispristinare, almeno in parte, la sensibilità del
paziente.
Questa complicanza avrebbe potuto
essere evitata considerando attentamente il rischio della procedura prima di
cominciare. Quando un paziente si colloca, per età o per caratteristiche
anatomiche, in una categoria ad alto rischio, i dentisti dovrebbero valutare
attentamente il suo livello di disagio e, se necessario, rimandare. Per
trattamenti ad alto rischio, il consenso informato è cruciale.
CORONE
Secondo Medical Protective, le
corone incongrue si traducono in un
risarcimento medio di 31.600 dollari e costituiscono l’8% di tutti i casi di
malpractice odontoiatrica. ABC News riportò il 16 febbraio che la star della
musica country LeAnn Rimes aveva querelato il suo dentista in seguito
all’applicazione di otto corone, che le avevano causato infiammazione cronica
delle gengive, sanguinamento e dolore per due anni. La cantante sosteneva che
il dolore le impediva le esibizioni, perciò chiese anche il risarcimento per i
guadagni mancati. Le corone vennero infine rimpiazzate ma presumibilmente
provocarono la necessità di effettuare nove otturazioni canalari ed
un’estrazione. ABC News contattò il dentista per sentire la sua versione ma non
ricevette risposta; senza dubbio la reputazione dell’odontoiatra subì un duro
colpo.
Mario Catalano, DDS , lavora per
Medical Protective in qualità di consulente ed ha esaminato più di 850 casi di
malpractice durante gli ultimi 25 anni. Spesso è relatore agli eventi nazionali
dell’ASDA, condividendo storie istruttive agli studenti di odontoiatria.
Secondo il Dottor Catalano, “il miglior modo per evitare una querela è mettere
sempre il bene del paziente al primo posto. In molte cause per malpractice c’è
una completa discordanza tra ciò che il paziente voleva o necessitava e ciò che
il dentista ha fatto.”
Il Dottor Catalano spinge i nuovi
dentisti a sviluppare dei protocolli di trattamento e di verifica quanto prima
nelle loro carriere. Per esempio, suggerisce di approcciarsi ai pazienti
chiedendo “Come la posso aiutare?” per iniziare la relazione con un nuovo
paziente in modo positivo e costruttivo. Secondo la sua esperienza, i
neodentisti possono avere un’incidenza maggiore contenziosi per due ragioni: “Non hanno la capacità o
l’esperienza per evitare certe situazioni o la loro abilità nel risolvere i
problemi è repressa dai titolari delle cliniche in cui lavorano”
Lavorare seguendo gli standards
di cura è fondamentale. I dentisti come tutti fanno errori, ma vanno compresi e spiegati
dettagliatamente al paziente. Coltivare
la relazione personale con il paziente, informarlo accuratamente e studiarne
con precisione le condizioni aiuta il dentista
ad evitare le aule di tribunale.
Traduzione di Federico Cussotto