martedì 15 ottobre 2013

QUANDO UN DENTISTA DIVENTA “IL CONVENUTO”



 di Megan Guthman  (DRBicuspid.com) 


In una professione alimentata dal passaparola, l’immagine pubblica è fondamentale. Una querela per malpractice può rovinare la reputazione di un dentista, oltre a costituire un fardello finanziario a causa delle spese giudiziarie che sottraggono denaro agli investimenti destinati ad aumentare la produttività. Secondo Medical Protective, la prima compagnia assicurativa negli Stati Uniti ad offrire polizze contro le cause per malpractice, nonché sponsor dell’American Student Dental Association (ASDA), i dentisti vengono solitamente chiamati in giudizio  una volta durante la propria carriera. Il risarcimento medio pagato all’attore in una pratica legale per una cura odontoiatrica sbagliata è di 65.000 dollari.
Tutti i contenziosi  hanno in comune: la violazione degli standards di cura. I dentisti sono tenuti al rispetto degli standards stabiliti dall’American Dental Association e dei Principi etici del Codice deontologico professionale: da loro ci si aspetta “che posseggano non solo conoscenza, abilità e competenza tecnica, ma anche quelle caratteristiche caratteriali che facilitano il rispetto dell’ etica professionale”. Secondo il codice, “le qualità di onestà, compassione, gentilezza, integrità, correttezza e carità sono parte dell’educazione etica di un dentista e contribuiscono a definire il vero professionista”. Nell’odontoiatria, gli standards di cura variano tra da Stato a Stato dell’ Unione  e non sono fissati in un documento scritto o in un insieme di regole, così vengono spesso definiti nelle aule dei tribunali dalle testimonianze dei periti.


ESTRAZIONI
Secondo Medical Protective, tra il 2003 e il 2012, il 20% circa dei casi di  malpractice  riguardavano l’estrazione di denti, con un risarcimento medio di  48.600 dollari. Le estrazioni possono comportare molte complicanze, tra cui danni al nervo, osteonecrosi e fratture della mascella o della mandibola. Se lo standard di cura viene violato, la firma dei moduli per il consenso informato non protegge il dentista da una querela per malpractice.
Il rapporto sui trattamenti errati, pubblicato da Medical Protective nel settembre 2012, evidenzia un caso di danneggiamento del nervo causato da un’estrazione. Una radiografia preoperatoria non mostrava l’intero apice del dente 32, che aveva una radice inaspettatamente bulbosa. Il dentista procedette all’operazione, aspettandosi un’estrazione di routine, ma quando si trovò in difficoltà un’altra radiografia rivelò il singolare apice della radice. Dopo aver sezionato il dente, la procedura venne condotta a termine senza ulteriori complicanze. Ma due settimane più tardi il paziente accusava un persistente intorpidimento derivante dall’intervento e il perito riscontrò un danno al nervo linguale e la causa venne aperta contro il primo dentista.
In questo caso una radiografia inadeguata ha portato a conseguenze durevoli sia per il dentista che per il paziente. La vicenda è dimostrativa dell’importanza della diagnosi e della pianificazione per evitare le complicanze.




ENDODONZIA

I trattamenti endodontici costituiscono il 12% dei casi di malpractice  tra il 2003 ed il 2012 e, secondo Medical Protective, la media dei risarcimenti  è stata di  30.000 dollari.
Nel  febbraio 2013  MP  trattava  di un caso occorso ad un paziente ventenne e ad un dentista con due anni di esperienza. Il paziente lamentava un dolore ad uno dei primi molari mandibolari ed il dentista diagnosticò una patologia periapicale prescrivendo una terapia canalare. Usando una diga di gomma come isolante l’odontoiatra diede inizio al procedimento, durante il quale le misure operative vennero accertate mediante quattro radiografie periapicali. Otturare i canali fu facile, perciò il dentista decise di evitare una radiografia postoperatoria. Tuttavia il paziente ritornò due giorni dopo accusando un persistente intorpidimento ed una nuova radiografia svelò che il materiale da otturazione endodontica  si era infiltrato nel canale mandibolare. Dopo sei mesi senza miglioramenti un intervento di microchirurgia valse a rispristinare, almeno in parte, la sensibilità del paziente.
Questa complicanza avrebbe potuto essere evitata considerando attentamente il rischio della procedura prima di cominciare. Quando un paziente si colloca, per età o per caratteristiche anatomiche, in una categoria ad alto rischio, i dentisti dovrebbero valutare attentamente il suo livello di disagio e, se necessario, rimandare. Per trattamenti ad alto rischio, il consenso informato è cruciale.


CORONE

Secondo Medical Protective, le corone incongrue  si traducono in un risarcimento medio di 31.600 dollari e costituiscono l’8% di tutti i casi di malpractice odontoiatrica. ABC News riportò il 16 febbraio che la star della musica country LeAnn Rimes aveva querelato il suo dentista in seguito all’applicazione di otto corone, che le avevano causato infiammazione cronica delle gengive, sanguinamento e dolore per due anni. La cantante sosteneva che il dolore le impediva le esibizioni, perciò chiese anche il risarcimento per i guadagni mancati. Le corone vennero infine rimpiazzate ma presumibilmente provocarono la necessità di effettuare nove otturazioni canalari ed un’estrazione. ABC News contattò il dentista per sentire la sua versione ma non ricevette risposta; senza dubbio la reputazione dell’odontoiatra subì un duro colpo.
Mario Catalano, DDS , lavora per Medical Protective in qualità di consulente ed ha esaminato più di 850 casi di malpractice durante gli ultimi 25 anni. Spesso è relatore agli eventi nazionali dell’ASDA, condividendo storie istruttive agli studenti di odontoiatria. Secondo il Dottor Catalano, “il miglior modo per evitare una querela è mettere sempre il bene del paziente al primo posto. In molte cause per malpractice c’è una completa discordanza tra ciò che il paziente voleva o necessitava e ciò che il dentista ha fatto.”
Il Dottor Catalano spinge i nuovi dentisti a sviluppare dei protocolli di trattamento e di verifica quanto prima nelle loro carriere. Per esempio, suggerisce di approcciarsi ai pazienti chiedendo “Come la posso aiutare?” per iniziare la relazione con un nuovo paziente in modo positivo e costruttivo. Secondo la sua esperienza, i neodentisti  possono  avere un’incidenza maggiore  contenziosi  per due ragioni: “Non hanno la capacità o l’esperienza per evitare certe situazioni o la loro abilità nel risolvere i problemi è repressa dai titolari delle cliniche in cui lavorano”

Lavorare seguendo gli standards di cura è fondamentale. I dentisti come tutti fanno  errori, ma vanno compresi e spiegati dettagliatamente al paziente. Coltivare la relazione personale con il paziente, informarlo accuratamente e studiarne con precisione le condizioni  aiuta il dentista ad evitare le aule di tribunale.



Traduzione di Federico Cussotto