venerdì 13 dicembre 2013

la “macchietta” del dentista nell' ultimo film di Allen

Lo  stereotipo  del dentista,  personaggio   caricaturale e negativo,  continua  a diffondersi nella   cinematografia di Hollivoodiana.     Sono passati  38 anni dall’ uscita   de “il  Maratoneta”  cult movie  di John Schlesinger in cui un criminale nazista, per estorcere informazioni al protagonista (Dustin Hofman),  gli perfora un dente con un trapano odontoiatrico senza anestesia, sfruttando le competenze della sua antica professione di dentista .  La  scena  è  sinistramente celebre nella storia del cinema.   Ambiente squallido, dentista che si prepara all’intervento lavandosi le mani con cura e in modo flemmatico, dialoghi essenziali, primo piano sugli strumenti. L' angoscia’   è creata ad arte.
 
In   “The dentist” (1996 )  e il suo  sequel “ The dentist II”  di Brian Yuzna (1998), un dentista ossessivo scopre il tradimento della moglie. Si vendica utilizzando i suoi  strumenti di lavoro.
Dimostrando come  l’odontoiatria  sia  una professione  adatta a torturare o a  punire. Il dentista è un  sadico   che approfitta del dolore degli altri.  Il protagonista  arrestato è rinchiuso in un manicomio criminale, dopo qualche tempo evade e si ricostruisce la  vita  con un nuovo amore, ma riavvicinandosi alla vecchia professione viene nuovamente assalito dal demone della follia:  la pulsione a torturare ed uccidere riprende.
L’immagine  che diffondono questi film così come molti altri è  quella di una “professione”: il dentista  fatta per   provocare dolore e praticata da individui sadici.






Blu Jasmine il film  di  Woody Allen nelle sale in questi giorni,  narra la storia di due sorelle (il riferimento è il  dramma di Tennessee Williams “ Il tram chiamato desiderio”).  Ginger commessa in un supermercato , vive a  San Francisco e  ospita  la sorella Jasmine moglie di un ricco finanziere  Newyorkese caduto in disgrazia.  Per sopravvivere Jasmine accetta un impiego presso lo studio dentistico del  Dr Flicker  che tenta di sedurla.  Flicker  (dall’inglese, vibratore) è un personaggio caricaturale,  di statura molto bassa rispetto  Jasmine  (Cate Blanchett) ha un look ( camice, cravatta, acconciatura)  che ci portano indietro di qualche decennio.  Viene inquadrato difronte a un enorme armadio porta cartelle cliniche  cartacee.  La reception alla quale lavora Jasmine non ha un PC,   ma una lunga serie di post it   ben allineati,  forse a caratterizzare Flicker come uomo di altri tempi un po’ ossessivo.  I dialoghi della “schizzatissima” protagonista alla reception per la presa appuntamento sono spassosi  e potrebbero essere utilizzati dal dr Tiziano Caprara come esempio di ciò che “ assolutamente NON deve dire”  una assistente  alle prese con l’agenda.  

“Guardando all'interno della bocca delle persone imparo a conoscerle, riconosco infatti i soggetti  ordinati  e disciplinati”  questa battuta  redime in parte   Flicker come “personaggio  sciatto” ed è una di quelle perle tipiche  del  Grande Cineasta  che celano dietro un apparente umoristico “ non sense “ un fondo di verità.

Per  trovare   un dentista positivo dobbiamo rivedere “Alla ricerca di Nemo”  della Pixar in cui  “un simpatico Collega Australiano”   e relativa assistente   si prendono cura   di un coloratissimo acquario.
Buona visione a  tutti.


davis cussotto